IL “BELLO” DEL MAB

L’anno scolastico che volge al termine, si rivela un banco di prova cruciale per la valutazione dell’azione didattica futura.
Due anni di clausura pandemica, con conseguente regressione all’isolamento digitale, hanno messo a dura prova la predisposizione alla socialità e all’apprendimento.
In questa particolare fase storica le porte delle nostre classi devono aprirsi al territorio e alla socialità, i nostri studenti devono essere esposti alla percezione di emozioni positive ed educati alla loro gestione. E quale educazione emozionale risulta essere più adeguata se non l’educazione alla bellezza?
Mai più di adesso i nostri studenti necessitano di essere educati al bello. Ma cosa significa “educazione alla bellezza”?
Educare alla bellezza significa insegnare ad allontanarsi dallo stato di indifferenza comune che si ha nei confronti di ciò che ci circonda e di noi stessi.
Educare alla bellezza significa provocare sensazioni positive che arricchiscano l’individuo e provochino in lui un senso di appartenenza.
Educare alla bellezza significa creare le condizioni per l’instaurarsi di un legame profondo tra il soggetto ricevente e l’oggetto osservato, tra la bellezza fuori noi e quella che risiede in noi.
Educare alla bellezza significa educare all’ascolto di noi stessi, di ciò che ci circonda e imparare a custodire, preservare e valorizzare il “bello”.
Così descritta, l’educazione alla bellezza si configura come “educazione all’osservazione”, un’osservazione attiva e mai banale.
Come si può pretendere che le generazioni attuali siano protagoniste attive dei cambiamenti in atto, custodi del patrimonio naturale e culturale, senza che siano coinvolti in un processo di fascinazione nei confronti del bello? Come si può amare e proteggere qualcosa senza conoscerla e creare connessioni con essa?
Il laboratorio MAB, sperimentato nel mondo scuola proprio nel periodo pandemico e diffusosi su scala nazionale nel corso degli ultimi 2 anni, si è rivelato una valida risposta ai bisogni sopra elencati. Un laboratorio di “educazione alla bellezza”, un’attività di didattica all’aperto, un percorso di guida all’osservazione attiva del territorio, all’analisi delle percezioni e delle relazioni interconnesse tra individuo e ambiente, all’ascolto di sé stessi e dell’altro, all’esternalizzazione delle emozioni, alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale.
Nel progettare un’azione di intervento sui territori e nelle comunità di appartenenza, occorre considerare un approccio binario, l’indagine scientifica e quella affettiva, nella convinzione che entrambe concorrano ugualmente alla conoscenza del territorio e al legame indissolubile dell’essere umano con esso.
Il Mab ci invita a spalancare le porte delle nostre aule, ci educa ad essere osservatori curiosi, a recuperare “il bello” della socialità, a diventare consapevoli della bellezza che risiede in noi e intorno a noi perché, come scrive Giuliana Bruno in Atlante delle Emozioni, testo rivelatore della geografia emozionale, “il paesaggio non è solo una questione di esteriorità: l’impatto del paesaggio si prolunga all’interno, nel nostro paesaggio interiore”.

Autore
Sabrina Apa